Cari Professori

Carissimi Professori,
sento l’urgenza di scrivere per comunicare una profonda preoccupazione, che si accompagna ad un profondo senso di inquietudine che riguarda il benessere, sia fisico che intellettuale dei nostri figli.
Credo che il senso profondo dell’età adulta sia assumersi le responsabilità di indicare una strada ai giovani che si formano seguendo il nostro esempio.
Ed oggi in cui il Mondo si trova ad affrontare esterrefatto gli esiti di una pandemia globale e di un conflitto vicino all’Europa, il nostro ruolo di genitori, educatori, mentori si fa decisivo.

Come insegnare ed educare alla vita se i nostri figli ci vedono confusi, stanchi ed incapaci di agire? Come salvaguardare la loro giovinezza, la loro freschezza ed entusiasmo, la loro ingenuità se fin da ora si trovano a relazionarsi alla nostra disillusione, al nostro panico e alla nostra mancata battaglia per una vita piena di esperienze e relazioni?
Nostro compito è educare ad affrontare la paura. Nostro compito di adulti è non dismettere la vitalità e la passione. Scoprirci determinati a non perdere l’occasione di costruire insieme a loro un Mondo capace di solidarietà, di bellezza e di amore.
Non sottovaluto le difficoltà, ma sono consapevole che ci sono alternative all’immobilità.
I nostri ragazzi fanno sport, incontrano gli amici, vivono la loro normalità defraudata della comprensione di noi adulti. E quale luogo migliore della scuola in cui creare la loro indipendenza, il loro senso di comunità, la loro capacità di rispettare gli altri e la loro sensibilità.
Combattiamo per guidarli in sicurezza nel fare esperienze, inventiamo modi in cui non disperdere la loro energia. Prendiamocene cura.
Non ci arrendiamo a questo periodo, non deleghiamo tutto alla tecnologia e alla competizione. Non viviamo pensando che loro abbiano gli strumenti che noi abbiamo ottenuto proprio attraverso le esperienze che ora gli neghiamo, nascondendoci dietro una paura che è l’esempio più devastante da mettere davanti ai loro occhi.
Portiamoli a vedere i luoghi di cui parlano le lezioni, facciamogli ascoltare la musica, mostriamo loro i dipinti nei luoghi che sono state edificati a tutela di un patrimonio di umanità. Proponiamo loro esperienze, facciamoli confrontare con qualcosa che non serve a fare altro che costruire la loro educazione emotiva. Il loro pensiero e il loro modo di conoscere e conoscersi.
Facciamolo resistendo a questo periodo, facciamolo con creatività e capacità che so non vi difettano.
Facciamolo insieme, a difesa del valore assoluto del rispetto all’umanità. La loro come la nostra.
Grazie

Marco Colonna

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