Di colazioni e sigarette

Ero a Palau, aspettando il driver che mi avrebbe portato non ricordo dove.

Era la prima volta nel festival nato dalla cura dei fratelli Angeli. Ricordo ancora che per chiedermi di partecipare, Paolo mi chiamò mentre raccoglievo more intorno al lago di Canterno nella mia amata Ciociaria, e la telefonata fu un regalo d’Agosto, inaspettato e foriero di grande emozione.

“Ti disturbo?”

“Veramente no, sto raccogliendo more con la mia famiglia…”

“Ah! E che fai, le mangi o ne fai marmellata?”

Questa è stata la prima conversazione con uno dei musicisti che più stimo e ammiro, a cui non avevo mai parlato prima.

Quella mattina dopo colazione leggevo (questo lo ricordo bene) la biografia di Stravinsky, lo ricordo perché mi chiesero cosa stavo leggendo, e fu quella domanda a far nascere un’amicizia che è durata per anni. Poi dispersa, come spesso si disperdono le emozioni…

Al tavolo vicino a me si siede una signora corpulenta, occhiali scuri, sigaretta accesa….Un caschetto di colore pastello ed una voce cavernosa dal fortissimo accento siciliano…Scambiammo qualche parola, mi parlò di Sollima che era suo amico. Grande energia che dissimulava una distanza di età importante con me, e con tutti quelli che erano lì quella mattina.

Qualche minuto molto simile ai tanti vissuti in quelle zone di transito dei Festival estivi…

Ho visitato la mostra curata da Nanni Angeli per il festival Isole che Parlano di quell’anno: foto di un mondo che sapeva di ricordo di infanzia. Di quei telegiornali che andavano durante le cene, le sere a casa, momento famigliare per eccellenza dei miei primi anni di vita.

Le riconobbi come parte della mia memoria, in qualche modo mi appartenevano. Quelle vecchie Fiat con gli sportelli aperti, quegli uomini dai lunghi cappotti, e le montature degli occhiali spesse, a deformare i lineamenti, spesso cappelli, le sigarette sempre accese.

E poi i bambini, quelli completamenti alieni, sguardi di adulti in corpi fragili e scuri.

Era la Palermo degli anni ottanta, erano gli anni ottanta che la signora dai capelli color pastello aveva immortalato con la sua macchina fotografica. Prima sul posto, prima fra tutti.

Oggi apprendo che Letizia Battaglia non c’è più, se ne è andata. Non rivendico tristezza perché fa parte di quegli incontri al crocevia delle esistenze…Epoche diverse, arti diverse, anime diverse. Ma la sua mostra mi ha insegnato qualcosa, l’ennesimo invito a non girare lo sguardo. Per questo la ringrazio, e le auguro di avere pace, questo si.

Forse perché lo auguro a me, visto che di Pace qui ne ho vista e ne continuo a vedere troppo poca.

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