NES@Ibidem #3

Pasquale Innarella (sax tenore)

invita

Giorgio Tebaldi (trombone)

Cristian Lombardi (batteria)

Mario Cianca (contrabbasso)

Renato Ferreira (contrabbasso)

E se non avessimo più le parole? Come riusciremmo a comunicare passioni, pulsazioni, necessità? Come faremmo a chiedere aiuto, a dire grazie, a ridere? Quale chiave useremmo per aprire il forziere del nostro sguardo, a quale solitudine saremmo condannati senza speranza? Questi i pensieri nel mio ritornare a casa dopo il concerto di ieri sera. Una musica fatta di respiro, come il maestro Pasquale Innarella (coordinatore del terzo appuntamento della rassegna) ha chiesto durante il sound check, in risposta ad un tempo di “rumore” e dove tutti parlano troppo.

Ma è possibile parlare troppo? Verso quale equilibrio ci spingiamo nel nostro dire? La musica del gruppo radunato nella sala di Ibidem, spinge la risposta verso una sottrazione continua, verso un allontanamento dalla polarizzazione individuale. Costruisce una musica fragile, in cui il timbro sempre sorprendente del trombone e l’urlo sommesso e lacerato del sax si stagliano sul suono ora morbido ora graffiante dei contrabbassi e sui metalli della batteria.

Ammetto che mi è mancato un punto di riflessione, un contraddittorio capace di rendere questo processo di fragilità una riflessione. Ma la coerenza e il rispetto dello spazio delle singole individualità, la cura con cui i suoni venivano disposti e proiettati, mi hanno donato un’ immersione nel suono, un luogo in cui pensare. E quindi mi accorgo che il contraddittorio lo aggiungo io, nel mio essere pubblico, riflettendo sul senso della parola, sul confine fra suono e silenzio. Sul confine fra gesto e sintagma, ho trovato il mio luogo di “reazione” e per questo ringrazio la musica dei cinque radunati ieri sera.

E da “organizzatore” è stato un gran piacere vedere la sala piena, con molti volti sconosciuti e molti giovani che crescono in numero ad ogni concerto. Sperando nel trend, sembra quasi che ci sia voglia di ascoltare questa musica, che immagina un Mondo che in fondo, è tutto dedicato a loro.

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